Una breve sintesi: le bottiglie in vetro hanno un sapore neutro, ma sono anche fragili e pesanti, e tuttavia idonee a molti cicli di riutilizzo come nessun altro imballaggio. Anche le bottiglie in PET possono essere riempite più volte e poi riciclate. Sono infrangibili e decisamente più leggere delle bottiglie in vetro. Da diverso tempo però la plastica gode di una pessima immagine presso la clientela, benché in Germania la quota di riciclaggio delle bottiglie in PET sia a un livello alto, oltre il 94 percento. Sono invece sempre apprezzate le bevande in lattine d’alluminio. L’ottenimento della materia prima e la produzione delle lattine in alluminio grezzo sono caratterizzati da un consumo energetico estremamente elevato, è quindi importante la percentuale di raccolta poiché le lattine sono riciclabili all’infinito. Anche i cartoni per bevande sono sempre imballaggi usa e getta, ma sono realizzati prevalentemente con materie prime rinnovabili. Processi migliorati consentono oggigiorno la separazione delle componenti di cartone, alluminio e plastica. L’Ufficio federale dell’ambiente tedesco li classifica pertanto come “imballaggi a perdere eco-compatibili”.
È in arrivo la bottiglia di carta?
A fine 2016, con la “Green Fiber Bottle”, il Carlsberg Group aveva presentato per la prima volta il prototipo di una bottiglia di carta. Risale all’estate 2020 l’annuncio del gruppo Diageo, operante nel settore delle bevande, della prima bottiglia per alcolici a base di carta per il whisky scozzese Johnnie Walker, a cui però non è seguita una commercializzazione su ampia scala. A inizio 2021 Coca-Cola ha proposto per la prima volta in Europa, a 2.000 consumatrici e consumatori ungheresi, una bevanda vegetale in una bottiglia di carta. Anche in questo caso finora non si è andato oltre la fase di test.
Sin dallo sviluppo delle bottiglie sostenibili in fibra si lavora costantemente alla loro ottimizzazione. Obiettivo: una bottiglia di carta a base completamente biologica. Attualmente la “classica” bottiglia di carta è ancora composta da carta e da un sottile strato di PE, che tuttavia si stacca e separa senza problemi durante il trattamento della carta da macero, e può essere successivamente riciclato. Il polietilene presenta però l’inconveniente di non essere perfettamente adatto alle bevande gassate e per queste si utilizza generalmente uno strato in PET un po' più spesso.
Il birrificio Carlsberg ha compiuto quest’anno un passo avanti: le bottiglie destinate a un consumer test su ampia scala sono dotate di un rivestimento in PEF (polietilene furanoato), un polimero a base biologica che presenta caratteristiche simili al PET. Funge da barriera altamente efficace tra la birra e l’involucro esterno realizzato in fibra, conserva il sapore e sembra che trattenga l’anidride carbonica della birra meglio del tradizionale PET. Il biopolimero è inoltre compatibile con i sistemi di riciclaggio del PET ed è anche biodegradabile. Gli attuali prototipi rappresentano già una variante migliorata, che contiene un rivestimento in PEF nonché un nuovo fondo per una migliore stabilità della bottiglia. Per la prossima generazione di bottiglie si prevede inoltre un tappo e una chiusura a base di fibre.
Bottiglia in vetro leggero riutilizzabile
Il vetro è un materiale d’imballaggio molto apprezzato per le bevande. Il maggiore inconveniente è essenzialmente il suo peso elevato. Infatti le bottiglie in PET possono essere fino al 90 percento più leggere rispetto alla variante riutilizzabile in vetro. Tuttavia anche i produttori di imballaggi in vetro stanno lavorando a versioni light, ad esempio in vetro leggero temperato termicamente. Le bottiglie riutilizzabili prodotte in questo modo non solo pesano fino al 30 percento in meno rispetto alla versione standard, ma sono anche più resistenti all’abrasione, motivo per cui possono diventare una valida alternativa sia dal punto di vista economico che ecologico. Il trattamento termico, che rende il vetro più solido, pone tuttavia dei limiti al design dei prodotti. Ciò che rappresenta una grande sfida nel processo è soprattutto la variazione dello spessore della parete.